Progettista: Christian Anderson
Fotografia: Jeremy Hooper
E’ total white la scelta dell’architetto Christian Anderson per il suo nuovo studio di progettazione: interni luminosi e rassicuranti, con ampie vetrate che fanno entrare tutta la luce naturale.
Progettista: Mei architects and planners
Photo: Bart van Hoek
E’ opera dello studio olandese Mei la magnifica ristrutturazione dell’Ocean House sulla Westzeedijk a Rotterdam, noto anche come Stokvis building, perché un tempo sede della più grande società commerciale d'Europa. Consacrato a monumento nazionale, l’edificio è stato trasformato in un complesso residenziale unico nel suo genere.
Prima del processo di progettazione è stata effettuata un'ampia analisi storico-culturale: a causa della sua storia turbolenta, nell'edificio erano infatti visibili molti elementi temporali diversi. Sul rooftop è stato aggiunto un nuovo volume moderno, leggermente arretrato rispetto alla facciata, mentre gli elementi monumentali, come l'ingresso in Heiman Dullaertplein, la sala gotica e la sala Tudor e la mensa sul tetto, sono rimasti intatti. Le caratteristiche finestre della facciata in mattoni rossi e le ampie aperture del cortile interno sono state sostituite con infissi contemporanei dai sottili profili in acciaio, che offrono un comfort moderno pur preservando l'estetica originale.
L'Ocean House è caratterizzata dalla facciata in mattoni rossi con alte finestre rettangolari. Al centro c'è un grande atrio con un tetto in vetro curvo.
Il progetto prevede anche il restauro e il rifacimento delle parti monumentali dell'edificio, quali l'ingresso alla Heiman Dullaertplein, le sale Gotica, Tudor e Juliana e la mensa sul tetto.
Una completa rinascita per l’edificio Oceaanhuis, monumento nazionale nel distretto Delfshaven a Rotterdam.
Un nuovo futuro si prospetta per il monumento nazionale Ocean House nel distretto di Rotterdam di Delfshaven. L'ex edificio per uffici a Westzeedijk 507 è in fase di ristrutturazione in un condominio con 184 case in affitto.
L'edificio rettangolare un tempo ospitava il produttore Stokvis & Zn., Noto per la produzione di prodotti industriali e ciclomotori come Zundapp e Puch. L'Ocean House è caratterizzata dalla facciata in mattoni rossi con alte finestre rettangolari. Al centro c'è un grande atrio con un tetto in vetro curvo. L'edificio fu bombardato durante la guerra e poi ricostruito. Nel 1973 la società Stokvis si è trasferita e da allora l'edificio è stato utilizzato da una moltitudine di istituzioni e aziende.
Commissionato da IC Paesi Bassi, IBB Kondor sta ora trasformando il monumento nazionale. Il design della riqualificazione viene dagli architetti Mei, Waterford Investments e Vervat Vastgoed sono stati associati al progetto come sviluppatori. "La maggior parte degli appartamenti si troverà agli ultimi tre piani dell'Ocean House", afferma Mark Winterkamp, project manager di IBB Kondor. “Si tratta di appartamenti familiari, monolocali, loft, appartamenti d'angolo, appartamenti per soggiorno-lavoro e attici. L'edificio avrà una struttura a tetto con 22 appartamenti. Questa struttura è arretrata ed è appena visibile dalla strada. Il parcheggio per i nuovi residenti può essere trovato nel parcheggio sotterraneo esistente sotto l'edificio, che rimarrà così com'è. Possiamo anche utilizzare le installazioni che sono di nuovo qui ".
Il progetto prevede anche il restauro e il rifacimento delle parti monumentali dell'edificio, quali l'ingresso alla Heiman Dullaertplein, le sale Gotica, Tudor e Juliana e la mensa sul tetto. “Lasciamo questi spazi il più possibile intatti. Probabilmente ci sarà una casa a forma di scatola in una scatola nella sala Juliana e due case nella mensa sul tetto. I vecchi lucernari sul tetto sono stati chiusi perché lì si stanno costruendo nuove case. I campi luminosi verticali originali tornano ai quattro angoli, rimuoveremo anche i piani superiori che sono stati installati successivamente nell'edificio. ”Il marmo nei corridoi e nelle trombe delle scale, le vetrate colorate e le strutture in ferro saranno conservate, in modo che la storia dell'edificio rimanga tangibile. Praticamente nulla cambierà sulla facciata esterna. “Ripareremo i danni causati dalla corrosione al calcestruzzo. E le caratteristiche finestre avranno doppi vetri in un sottile profilo in acciaio e con un elemento rotante. Ci sono due griglie con un sistema di ventilazione HRV per telaio. Anche il vecchio sistema di protezione solare sta tornando. La protezione solare presto non sarà più appesa al muro esterno, ma uscirà di nuovo da una fessura nella parte superiore del telaio, per la quale è installato un dispositivo all'interno che difficilmente si vede. "
Progettista: Studio zaa_Zanon Architetti Associati
Partner: RS ingegneria, TFE Ingegneria S.r.l., TwentyFour7
Fotografia: Marco Zanta
Big Rock – assimilata per valore e importanza ai Pixar animation Studios - ed è una delle eccellenze italiane nel campo della didattica a contenuto tecnologico. Parte integrante di h-farm, centro di innovazione con sede a ca’ tron, a pochi passi da Venezia, offre un programma formativo che spazia dalla computer grafica alla virtual reality.
L’edificio di progetto si inserisce all’interno della Tenuta di Ca’ Tron, un contesto dal forte carattere rurale che si rispecchia anche nell’edificio stesso. La localizzazione rispetto all’aia e la natura del fabbricato rendono evidente la vocazione di magazzino utilizzato per contenere attrezzature e stoccaggio di materiale.
Il progetto di restauro e riqualificazione architettonica dagli spazi è caratterizzato da ampie vetrate che forano la facciata liberando il verde della campagna, realizzate in FerroFinestra W75 TB.
Progettista: Studio MP2A_Maurizio Pappalardo, Romina Fava
Fotografia: Paolo Fusco
Situato nel cuore di Roma a pochissimi passi da Piazza Navona e dal Pantheon, in Via delle Coppelle, il Palazzo delle Pietre vanta antiche radici: l’attuale Palazzo delle Pietre fu originariamente eretto in epoca anteriore al 1400, in corrispondenza delle famose Terme Alessandrine ex Neroniane costruite nel 62 d.C. e in uso fino al V secolo d.C.
Il Palazzo delle Pietre viene acquistato dalla famiglia Mazzi nel 2012, in stato di abbandono. Un sapiente lavoro di restauro lo ha portato a nuovo splendore, dove la collezione privata di Carlo Mazzi (frammenti di sculture antiche, fregi intarsiati, capitelli e portali in travertino) si affianca a contemporanei arredi di design di Artemide, De Padova e Aliver, per concedere agli ospiti il lusso di una villeggiatura in una delle più esclusive Dimore Storiche Italiane.
Progettisti: Comune di Modena - Arch. Alessandro Neri e Giuseppe Mucci
Fotografia: Paolo Belvedere
La Centrale AEM (Azienda Elettrica Modenese), realizzata nel 1912, era destinata originariamente alla produzione dell’energia elettrica per l’alimentazione della rete tramviaria e per le poche utenze di allora; con la dismissione dell’impianto di trasformazione, avvenuta nel 1950, la parte centrale del fabbricato è stata utilizzata come deposito, mentre i corpi laterali sono stati parzialmente soppalcati per essere destinati ad uffici.
Tutto il complesso ex AMCM, compreso l’edificio ex AEM è area di interesse storico-architettonico, oggetto di percorsi di riqualificazione urbana.
Il progetto di ristrutturazione ha come obiettivo rendere fruibile il corpo centrale dell’edificio e il soppalco per destinarlo a “Laboratori Aperti”, spazi attrezzati con soluzioni ITC avanzate, da utilizzare come luoghi di confronto e collaborazione tra imprese, cittadini e Pubblica Amministrazione, e spazi di lavoro condiviso.
I serramenti sono stati sostituiti con il sistema FerroFinestra Mogs: serramenti in acciaio zincato a taglio termico, identici per forma, disegno e colore a quelli preesistenti dell’inizio del Novecento, dotati di vetrocamera di sicurezza adeguate alle normative di sicurezza e per il contenimento energetico.
Progettista: Stefano Francolino
Fotografia: Paolo Fusco
La borgata Mandrione è uno degli esempi storici d'insediamenti “spontanei” sorti a ridosso degli antichi ruderi romani. E’ qui che la lungimiranza di un committente/progettista, innamorato della sua Roma, ha permesso la riqualificazione di un capannone dismesso da decenni, sorto ai piedi dell’antico acquedotto Romano.
Il progetto di restauro mette in relazione diretta l’antico e il moderno senza che uno prevalga sull’altro. Il mattone antico dell’arco è stato riproposto per la pavimentazione del giardino e nei colori a calce dei prospetti.
Grandi vetrate in acciaio accendono l’edificio, che si prepara per una nuova vita.
Progettista: Loris Cecchini, Jade Vlietstra, Luca de Risi
Fotografia: Marco Zanta
Di origini milanesi, Loris Cecchini è oggi un artista di fama internazionale, le cui sculture e opere concettuali sono state esposte al Palais de Tokio e al MoMa di New York.
Dopo diversi anni a Berlino, l’artista ritorna con la moglie Jade nella sua città natale, dove cerca un’ampia struttura da adibire a casa-studio, analogamente a quella che lo aveva ospitato a lungo nella capitale tedesca. La trova poco fuori Milano, in una costruzione in cemento armato degli anni 60 in disuso da circa 5 anni e destinata a magazzino di legname prima, e poi ad officina di riparazione macchinari.
La ristrutturazione dei 500 mq di immobile ha previsto una divisione degli spazi tra abitazione e laboratorio artistico.
Particolare attenzione è stata posta all’elemento luce, in particolare alla luce naturale che si diffonde negli ambienti attraverso ampie aperture in vetro e acciaio. Il sistema FerroFInestra Mogs si integra perfettamente con lo stile industrial della facciata, e assicura elevate prestazioni in termini di isolamento termico e sicurezza anti-effrazione.
Progettsta: Giulio Cappello
Foto: Paolo Fusco
La campagna umbra fa da suggestiva cornice a questo progetto di recupero, dove forte è la volontà di rispettare il contesto rurale, con precise scelte architettoniche e di materiali. In particolare, la struttura adibita a studio è letteralmente immersa nel verde, con enormi pareti trasparenti in vetro e sottili profili in acciaio.
Progettista: Thile Architettura&Design di Ilenia Boccaletti e Thalia
Fotografia: Vito Corvasce
Un meraviglioso attico sui tetti di Roma, dal gusto minimalista e industrial.
Gli interni si declinano nei toni caldi e raffinati del grigio, con linee pulite ed essenziali, mentre l’ampio attico si lascia andare a sfumature più esotiche, con un’accogliente zona living.
Le grandi vetrate sono state realizzate in FerroFinestra a taglio termico, che consente di mantenere il telaio molto esile, pur garantendo un ottimo isolamento termo-acustico.
Progettista: Arch. Simona Kemenater
Fotografia: Paolo Fusco
In uno dei quartieri residenziali a nord di Roma, un progetto interessante che dimostra l’abilità di lavorare con classe ed intelligenza anche in spazi ridotti.
La scelta di utilizzare lo stesso sistema sia per gli infissi esterni che per le porte interne dona grande coerenza stilista all’insieme.